Chiesa San Quirico Martire - Bolano

L’attuale Chiesa di S. Quirico posta nel nucleo storico di Bolano, frazione di Fisciano, era originariamente una Cappella dedicata a “ S. Maria del Carmine “ con legati alla Congrega della Carità di Fisciano.
Fu individuata quale sede parrocchiale in alternativa dell’antica Chiesa di S. Quirico posta fuori paese in località rio secco, ancora oggi indicato dai toponimi popolari con “San Quirico “. Chiesa, antichissima, abbandonata perché spesso inutilizzabile per le inondazioni del vicino rio. Diroccatasi, allo stato attuale il sito è individuabile per la presenza di un immobile edilizio adibito a residenza. La proprietà alienata come si evince dalla descrizione dei beni della parrocchia nei documenti conservati: “Il signor Mariano Michele fu Emanuele di Bolano — Fisciano - per cessione di una antica già demolita chiesa S. Quirico di Bolano - come da strumento per notar Carpentieri del 3 Marzo 1895
Tornando all’edificio attuale non si sono trovate fonti in merito all’epoca della sua edificazione e della successiva trasformazione in sede parrocchiale nei pochi documenti conservati. I vecchi registri parrocchiali sono andati persi, presumibilmente, in una delle inondazione della originaria sede posta in prossimità del rio secco. Vi sono invece analitiche descrizioni nei documenti redatti in occasione delle Visite Pastorali dal parroco Vincenzo Negri fu Domenico, insediatosi in Parrocchia nel 1897 ed attuatore di molti lavori sull’edificio. E’ proprio da questi documenti che possono attingersi alcune notizie circa la trasformazioni architettoniche del manufatto.
“Nell’anno 1897, l’attuale parroco Negri Vincenzo de proprio abbellì la chiesa, costruì il campanile, comprò il quadro della SS. Vergine di Pompei, della SS. Vergine del Carmine, eresse un altarino all'Addolorata, ... fece pitturare a marmo l’altare del SS. Sacramento,foderò di oro zecchino il Santo Tabernacolo..., spese lire 3579. Ora ha bisogna alla chiesa la sagrestia...”
L’edificio posto originariamente a ridosso di un piccolo nucleo abitativo sulla stradina di collegamento tra Bolano e Lancusi, confinante con la campagna, è venuto a trovarsi, per lo sviluppo urbano che ha interessato le due frazioni prima menzionate, nel centro dell’agglomerato urbano. Alla luce delle sistemazioni contemporanee, mentre ad Est e a Sud conserva la definizione degli spazi originari, ad Est e a Nord, dove prima confinava con la campagna, ora fronteggia un moderno fabbricato e posteriormente delimita marginalmente la piazza. L’impianto architettonico è a navata unica, con la parte finale dell’abside coperta con volta a botte sulla quale degli stucchi definiscono un sorta di cassettonato; La peculiarità planimetrica è data dal non essere perfettamente rettangolare e di avere i lati corti sghembi e paralleli al vicoletto su cui prospetta. La definizione dell’attuale presbiterio mediante un diversa copertura e la presenza dei due archi porterebbero a supporre che l’originario impianto potesse essere diverso, definendosi così una piccola cappella di campagna, posta lungo la stradina, ancora oggi visibile, che si diparte dalla strada statale e che attraversando Bolano proseguiva verso Lancusi e Penta. Solo successivamente potrebbe essere stata ampliata con il prolungamento della navata e la realizzazione del piccolo campanile. I contrafforti sulla facciata principale potrebbero essere stati realizzati a seguito dei danni provocati da un evento tellurico nei secoli scorsi. Vi erano nell’abside tre altari “in fabbrica" il maggiore dedicato al SS. Sacramento con il “Tabernacolo fisso ed in marmo" e due altarini dedicati, uno al SS. Cuore di Gesù prima dedicato a “S. Maria del Carmine raffigurata su quadro posto al fianco in cornu evangelio" l’altro dedicato a S. Quirico; un quarto altare “in mattoni bucati" più recente era posto nella navata e dedicato alla Vergine Addolorata. Mentre sul “soffitto a stucco" della navata era raffigurato S. Quirico martire ed oggetto di “lavori di riparazione nel 1857": “Il pavimento della chiesa è di mattoni. V’ha il pulpito mobile. V’ha l’organo in buono stato. La cattedra fu costruita in Settembre 1897".
“La facciata della chiesa è decorosa e pulita, ..., ha la croce nel vertice.” “V’ha il campanile .. . Vi sono due campane. Il suono è regolato a colpo e non al vento.” “V’ha un dietro altare per sacrestia” “Nell’anno 1897 fu introdotta la devozione dei 19 sabati ad onorare la SS. Vergine di Pompei.” “La Chiesa ha il Battistero collocato in cornu epistolae ... tiene un'arca di legno che lo chiude. Esternamente è coperto di conopeo colorato...”
“I libri parrocchiali si conservano presso il parroco in apposito tavolo, perché la chiesa è umidissima.”
Nel cantonale sud, posti a più di tre metri d’altezza, vi sono due fregi, realizzati in pietra tufacea, raffiguranti uno il Cristo Crocifisso e l’altro S. Sebastiano. Queste le notizie tratte dalle poche fonti reperibili, le citazioni sono tratte dai documenti redatti dal parroco Vincenzo Negri fu Domenico per le Visite Pastorali. La più completa è quella stilata per il 2 Luglio 1917.
 Il manufatto è stato oggetto, nel tempo, di interventi non del tutto consoni con il suo carattere originario. La struttura di copertura, ad eccezione della piccola parte absidale, è stata rifatta prima del sisma dell’80, con la realizzazione di un solaio piano su tutta la navata e parte dell’abside, ad una quota d’imposta rialzata rispetto alla precedente copertura. E’ stata anche realizzata, all’inizio della navata, una cantoria sostenuta da una coppia di pilastri di forma ottagonale. Murato un vano porta e una piccola finestra esistenti nell’abside. Creato nello spessore della muratura, un piccolissimo locale igienico. Posta sul portone d’ingresso una pensilina in ferro per riparare dalla pioggia l’accesso. Sono andate perdute una tela raffigurante S. Quirico che adornava il succiello. Gli ultimi lavori, conclusi nel marzo del 2001, hanno recuperato la salubrità dell'ambiente oltre che la funzionalità secondo i canoni della riforma liturgica. hanno inoltre recuperato le peculiarità storiche rimaste eliminando le superfetazioni.